RACCONTO DI ANTONINO MANGANO
Se Cariddi dominava il lato siciliano dello Stretto di Messina, Scilla sul versante calabrese dominava Scilla. Secondo l’Odissea la ninfa Crateide era sua madre. Ai vv. 80-100 del Libro XII dell’Odissea, così Omero descrive Scilla: 

Nel mezzo dello scoglio c’è una caverna tenebrosa
rivolta verso le tenebre dell’Erebo, a occidente; lì voi
dovrete dirigere la vostra nave profonda, splendido Odisseo.
Se dalla nave un uomo robusto mirasse con l’arco
il fondo della grotta non potrebbe raggiungerlo;
lì dentro abita Scilla che latra in modo orribile;
la sua voce è quella di un cucciolo di cagna,
ma in realtà è un mostro crudele: nessuno
sarebbe felice di incontrarla, neppure un Dio.
Dodici sono i suoi piedi, tutti deformi;
ha sei colli lunghissimi e ognuno ha una testa
spaventosa: ogni bocca ha tre fila di denti
fitti e numerosi, pieni del nero della morte.
Metà del suo corpo sprofonda nella grotta
e dal baratro sporgono le teste.
Scilla, frugando intorno allo scoglio, pesca ed afferra
(se gli riesce) delfini, pescicani e mostri ancora
più grandi, tra quelli che nutre la risonante Anfitrite.
Nessun navigante è passato incolume di lì
con la sua nave; Scilla con ogni bocca porta via
un uomo; lo afferra sopra la nave dalla prora scura.

Come visto per Cariddi, anche Scilla viene menzionata nel Libro III dell’Eneide. In una versione del mito scritta dall’autore latino Ovidio, Scilla era una ninfa dagli occhi azzurri, che viveva in Calabria ed amava fare il bagno sulla spiaggia di Zancle. 
Una sera, vicino alla spiaggia comparve Glauco, un uomo trasformato in creatura marina, metà uomo e metà pesce che dichiarò il suo amore a Scilla. Scilla, terrorizzata, si rifugiò sulla vetta di un monte. Per farla innamorare, Glauco chiese un filtro d’amore alla maga Circe, ma quest’ultima, invaghita a sua volta di Glauco, gli chiese di unirsi a lei. Glauco la respinse, facendo adirare Circe, che preparò una pozione che versò nelle acque in cui Scilla era solita fare il bagno. Quando Scilla si immerse, si trasformò in un mostro terribile, con più teste che divoravano i marinai.
Così Scilla divenne, insieme a Cariddi, uno degli ostacoli più temuti dai naviganti che solcavano lo Stretto di Messina.
AURELIO MAZZARA
Nato a Palermo, classe 1984. Il suo percorso artistico inizia nel momento in cui impara a tenere la matita in mano. A tre anni comincia a disegnare, le maestre lo incoraggiano nella sua passione, e da allora non si è più fermato. Si dedica, inizialmente da autodidatta, alla sua formazione di fumettista, per poi formarsi definitivamente come professionista alla Scuola del Fumetto di Palermo. 
Fumettista, illustratore, copertinista, character designer, insegnante. Ha lavorato e collabora con case editrici ,quali, Walt Disney, Ape Enterteinment/Dreamworks, Marvel, CMON,Blizzard, Lion Forge, Upper-Deck, IDW, CICABOOM e, come character designer, al film P.G. Psycho Goreman diretto da Steven Konstansky. La sua prima avventura editoriale, nelle vesti di autore completo, avviene con la pubblicazione del fumetto VERSUS, edito dalla Nuken Comis. Sempre nelle vesti di character designer lavora nel film di prossima uscita HELLBOT, diretto dal regista Junichi Yamamoto. 
Ha collaborato con Merc Publishing alla miniserie Born Of Blood, scritta da Dolan Waddick, sceneggiatore con il quale ha creato un sodalizio che lo ha portato a lavorare alla serie Power Hours per  Black Ops Publishing e a creare, sempre insieme a Waddick, la Mutant Farm Comics, per la quale pubblicheranno a breve il primo titolo, Unholy Nightmares. 
Collabora alla serie Brotherhood of the wolf, scritta da Wes Azzaidani.
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