RACCONTO DI ANTONINO MANGANO
La fenice è un uccello mitologico famoso per la sua abilità di controllare il fuoco: brucia se stessa e rinasce dalle proprie ceneri.
Da alcune descrizioni greche, la fenice appariva con penne in parte dal colore dorato e in parte rosso vivo, dimostrando inoltre una stretta somiglianza con l’aquila, per forma e grandezza.
Presente in varie culture antiche - dagli Egizi ai Greci, dai Cinesi alle leggende ebraiche - la fenice approda anche nell’Antica Roma, dove nacque il motto: post fata resurgo (dopo la morte, risorgo/mi rialzo).
Questo motto non è solo simbolo di rinascita della Fenice, ma sinonimo della forza di rialzarsi dopo prove e avversità.
Per le sue origini greche, non è improbabile pensare che la Fenice abbia animato l'immaginario dei primi abitanti della città. Al giorno d'oggi possiamo pensare poeticamente a come le credenze di allora possano creare un parallelismo che unisce i messinesi nei secoli: dalla fondazione della città, alla sua caduta, fino ai nostri giorni, Messina si riscopre come una Fenice e diviene simbolo di speranza, perché anche i periodi più tragici sono destinati a finire, lasciando spazio a tempi di ripresa e splendore.
Da spazio centrale nel Mediterraneo, Messina ha attraversato secoli di declino, aggravati da terremoti e guerre che ne hanno attraversato la storia.
Eppure, la passione di cittadini di buona volontà e l’impegno delle nuove generazioni sono il “fuoco” necessario a rinnovare lo spirito di rinascita di Messina, per proiettarla verso un futuro di rinascita dalle sue ceneri, e permetterle di splendere di colori sgargianti, come la leggendaria Fenice.
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