RACCONTO DI ANTONINO MANGANO
Colapesce è il personaggio leggendario e fiabesco più rappresentativo di Messina. Al nome di Nicola, il cui diminutivo è Cola, venne aggiunto il soprannome di Pesce, da cui Colapesce, per la sua passione per il mare e le lunghe immersioni.
Ci sono molte versioni della sua storia. Italo Calvino, nelle Fiabe Italiane, parla di Cola, ragazzo che se ne stava giorno e sera in mare. Sua madre voleva che tornasse a riva e, per la disobbedienza del figlio, che prese a nuotare sempre più a largo, la donna lo rimproverò con queste parole: «Cola! Che tu possa diventare un pesce!».
Le parole della madre si avverarono: Cola diventò mezzo uomo e mezzo pesce.
La fama di Colapesce giunse alle orecchie del Re, che convocò il ragazzo pesce per chiedergli di esplorare il fondale dello Stretto e descrivere cosa ci fosse. Cola descrisse le valli, le montagne e ogni specie di pesce in fondo al mare. Rimaneva solo un punto misterioso: il fondale sotto il Faro.
Il Re lo inviò nuovamente a esplorare e Colapesce portò delle nuove informazioni: Messina poggiava su uno scoglio su cui erano erette tre colonne: una colonna era sana, una era scheggiata, la terza era rotta. Ma non Colapesce non riusciva ancora a vedere il fondo del mare.
Il Re non si dava pace e spinse Colapesce a tuffarsi di nuovo. Colapesce esplorò per due giorni e una volta tornato raccontò di una colonna di fumo sottomarina che copriva la vista del fondale e di un pesce gigantesco la cui bocca poteva inghiottire una nave intera. Il Re voleva che Colapesce tornasse a esplorare i fondali, ma il ragazzo si rifiutava, presagendo la sua fine.
Il sovrano allora prese la sua corona e la gettò in mare, ordinando a Colapesce di recuperarla. Per quanto restio in un primo momento, per amore del sovrano, Colapesce si gettò in mare, portando con sé delle lenticchie: se fossero tornate a galla, lui non sarebbe riemerso.
Colapesce si gettò per andare a recuperare la corona. Le lenticchie tornarono a galla. Qualcuno aspetta ancora il ritorno di Colapesce. 
Una versione tramandata prettamente nel messinese, parla delle incredibili capacità di Colapesce di rimanere sott’acqua per molto a lungo. Queste sue abilità gli valsero l’onore di essere convocato dal Re, per scoprire cosa ci fosse sotto la superficie del mare. Colapesce riportò la notizia delle tre colonne che sorreggevano la Sicilia di cui una, proprio sotto Messina, era pericolante, rischiando di fare sprofondare l’isola.
Per questo motivo l’ultimo dono di Colapesce alla terra siciliana fu quello di immergersi per sempre sott’acqua e sorreggere lui stesso la colonna danneggiata, provvedendo alla salvezza della Sicilia e del suo popolo.
FABIO FRANCHI
Fabio Franchi, siciliano classe ‘89, si forma come fumettista, illustratore e animatore presso la “Scuola del Fumetto di Palermo”.
 Dal 2012 inizia a lavorare con Lelio Bonaccorso, collaborando alla realizzazione di opere nazioni e internazionali e specializzandosi come inchiostratore: “Sinai la terre qu’illumine la lune” (Futuropolis), "A casa Nostra...cronaca di Riace" (Feltrinelli), “Per Amore di Monnalisa” (Feltrinelli) ,"The passenger " (Tunué), "Le sarde" (Glenat), “Vendetta” (Steinkis), “Qui a cassé Enigma?” (Nouveau monde graphic), Panini e Disney. 
Parallelamente realizza illustrazioni per “La Feluca Edizoni”, “Proloco Capo Peloro”, “ACR Messina”, “Scorci di Mondo” e altri committenti privati. Nel 2020 , illustra "La storia delle serie tv da Magnum P.I. all’altro ieri", testi di Vincenzo Recupero edito da “Nicola pesce editore”. 
Nel 2022 fonda con i colleghi Michela De Domenico, Giuliana La Malfa e Lelio Bonaccorso lo spazio di condivisione ed incontri dell’Officina del Sole. 
Nel 2023 lavora con lo studio “Pomona Pictures”, realizzando special pose e animazioni rotoscope, per il documentario “Ukraine’s secrete resistance” prodotto da NBC; nello stesso anno inizia a lavorare per Disney company come inchiostratore per le serie “Spiderman Magazine“ e “Spidey and His Amazing Friends”.
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